Prevenzione, formazione e informazione, gli assi portanti del Piano straordinario per la sicurezza sul lavoro lanciato dal ministro Sacconi in occasione dell' assemblea di Confartigianato. Il progetto punta ad una deregolazione burocratica e fiscale del lavoro, senza che questo implichi minori tutele. Le risorse sono già a disposizione e proverranno sia dal settore pubblico sia da quello privato.
“Un piano straordinario, condiviso tra Stato, Regioni, Sindacati e Imprese. Un piano teso a prevenire gli infortuni sul lavoro di origine comportamentale”: questa la proposta lanciata dal ministro Maurizio Sacconi, nel giorno dell'incontro con le parti sociali dopo il grave incidente sul lavoro che l’11 giugno è costato la vita a 6 operai a Mineo, in Sicilia. A fronte del continuo ripetersi di incidenti, il titolare del Welfare ha invitato le parti sociali a ripensare al Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, “una legge troppo carica di formalità e sanzioni collegate” che “andrebbe rivista all'insegna della condivisione con le imprese”.
“Prevenzione, formazione e informazione”. Secondo il ministro Sacconi l'approccio per arginare il fenomeno delle morti bianche deve procedere “per obiettivi, come diceva Marco Biagi, non solo per regole” poiché “le regole servono e vanno sostenute dalle sanzioni ma ulteriori adempimenti e sanzioni possono anche produrre l'effetto opposto”. La proposta contenuta nel Piano presentato il 12 giugno alla platea dell'assemblea di Confartigianato, “investe invece in prevenzione, formazione e informazione'', considerate dal titolare del Welfare le leve più efficaci per favorire comportamenti corretti nei luoghi di lavoro.
Secondo il ministro Sacconi, per raggiungere risultati importanti, è necessario “mettere in gioco gli enti pubblici come l’Inail e l’Ispesl, i servizi ispettivi centrali e quelli locali delle aziende sanitarie, gli strumenti della bilateralità a partire dai fondi per la formazione, per arrivare agli organismi paritetici in edilizia, nell'artigianato e in tanti altri”.
Le risorse. A margine dell'audizione del 12 giugno in commissione Sanità al Senato, il ministro Sacconi ha dichiarato inoltre che per il Piano straordinario “ci sono già risorse stanziate che devono essere mobilitate”. A queste verranno aggiunte anche “risorse private con le quali”, ha precisato il titolare del Welfare “dobbiamo produrre sinergia, o comunque per le quali sono incaricati soggetti privati, come i fondi per la formazione professionale”.
Le aree del Piano. Concretamente, il progetto prevede una deregolazione burocratica e fiscale del lavoro in cui gli interventi troveranno spazio nella “manovra triennale per la crescita, la stabilità finanziaria e il consenso sociale”. Come ha precisato lo stesso ministro del Welfare, la “condizione di emergenza economica e sociale" non consente infatti “risposte di breve periodo o di piccola portata”; per questo, dopo un primo pacchetto di misure, “nei prossimi giorni ci sarà una manovra di ampia portata, triennale”.
Gestione e semplificazione del rapporto di lavoro. Per prima cosa cambierà la “gestione stessa del rapporto di lavoro” che verrà resa più semplice. Per fare questo, è prevista una serie di interventi fra cui l’abrogazione della normativa sulle dimissioni volontarie, l'abolizione del libro paga e matricole - sostituiti dal libro presenze - il superamento del divieto delle visite pre-assuntive, l'abolizione del divieto di cumulo pensioni-redditi, il registro orario per il lavoro mobile nell'autotrasporto e la documentazione per il lavoro a domicilio.
Verranno inoltre deregolamentate “le relazioni industriali troppo complesse e financo esoteriche” che producono, secondo il ministro Sacconi, un “risultato da topolino per gli stessi lavoratori e i bilanci delle imprese”. Le relazioni industriali dovranno invece “diventare funzionali allo sviluppo del capitale umano e alla competitività delle imprese”.
Regolarizzazione del rapporto di lavoro. Si punterà inoltre a “rendere agevole la regolarizzazione del rapporto di lavoro per contrastare il sommerso”: il ministro del Welfare pensa infatti di “ripristinare la legge Biagi sul lavoro intermittente” e di “semplificare drasticamente, attraverso buoni prepagati, il lavoro di tipo accessorio”. L'intenzione è infatti quella di “deregolarizzare lo stesso contratto a termine rinviando ad accordi tra le parti aziendali e territoriali per derogare alle rigidità introdotte”.
In particolare, un punto fondamentale del piano è “l'apprendistato per il recupero dei giovani che escono precocemente dal percorso educativo”: in questo ambito, ha puntualizzato il titolare del Welfare, è importante riconoscere l’impresa come “il luogo tipico della formazione”.
Processo di lavoro. Il Piano interverrà anche “sulle norme sostanziali” pur “riconoscendo che l'attività del magistrato si ferma davanti alle scelte autonome e organizzative dell'imprenditore”. Il ministro Sacconi guarda inoltre all’incentivazione del ricorso all'arbitrato ma precisa: “una volta che le parti decidono di affidarsi all'arbitrato, non possono più tornare indietro”.
Sussidiarietà e bilateralità con organizzazioni di rappresentanza. Per quanto riguarda infine quest’area, uno degli interventi previsti sarà quello che consentirà alle parti sociali “un canale alternativo per la gestione del contratto di apprendistato”.