È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il ddl delega sulla riforma dello sciopero nei trasporti. Tra i punti più importanti, la possibilità di indire uno sciopero solo da parte delle organizzazioni sindacali che abbiano almeno il 50% della rappresentatività. Per i sindacati con almeno il 20% di rappresentatività, invece, scatterà l’obbligo di indire un referendum consultivo in cui ogni lavoratore dichiarerà la propria adesione: se verranno raccolte adesioni pari al 30% dei consensi, si potrà procedere allo sciopero, come previsto dall’art.1, comma 2 a). L’art.1 comma 2, c), si occupa, poi della previsione dello sciopero virtuale, “inteso come manifestazione di protesta con garanzia dello svolgimento della prestazione lavorativa”: questo istituto potrebbe essere reso obbligatorio per tutte quelle categorie e in caso di concreta impossibilità di erogazione del servizio pubblico essenziale. Inoltre saranno oggetto di revisione “le regole sulla concomitanza di scioperi che incidano sullo stesso bacino d’utenza” (art.1 comma 2, e). Verranno poi predisposte delle procedure, secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 2, d) per un congruo anticipo della revoca dello sciopero “al fine di prevenire i pregiudizi causati dalla diffusione della notizia dello sciopero”. “Il problema – ha dichiarato il Ministro del Lavoro Sacconi nella conferenza stampa di presentazione del ddl delega - non e' mai venuto dalle grandi organizzazioni ma dalle organizzazioni minori che hanno contato sull'effetto annuncio”. Infine, il ddl delega, si occupa di potenziare il sistema sanzionatorio come precedentemente previsto dalla legge sul diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, prevedendo all’art.2, comma 1, b) una sanzione amministrativa, “ai lavoratori che si astengono dal lavoro in violazione delle norme di legge”, che va da un minimo di 500 a un massimo di 5000 euro, che verrà irrogata dalla Commissione per le relazioni di lavoro.